Non sono parente né amico di un vetturino. Cioè di uno di quei signori che, essenzialmente a Roma, portano in giro i turisti con la carrozza a cavalli. Botticelle, si chiamano quelle carrozze. La premessa è necessaria. Non sia mai si pensasse che io abbia interessi correlati. Non è così. Dedico qualche riga a questa vicenda sol perché mi sembra paradigmatica del vuoto culturale in cui stiamo precipitando.
Della questione si discute da tempo. Da una parte sono schierati i cosiddetti animalisti. Dall’altra le persone normali, come me. Che magari amano gli animali, un cane, come me, un gatto, un pappagallo, persino un cavallo , che è un po’ ingombrante, diciamo.
Di cavalli parliamo. Perché in questo agostano clima elettorale, la Camera ha approvato un ordine del giorno (cioè un invito), collegato al decreto Infrastrutture e Trasporti, che chiede un impegno del governo «a vietare l’utilizzo di animali per la trazione di veicoli e di mezzi di ogni specie adibiti al servizio di piazza e per i servizi pubblici non di linea finalizzati ai trasporti di persone a fini turistici e ludici, nell’intero territorio nazionale» ma anche «sanzioni amministrative e confisca del mezzo e dell’animale in caso di trasporto non autorizzato».
Se l’ordine del giorno si trasformasse in norma di legge,le botticelle non esisteranno più. Credo di esserci salito una sola volta, da bambino, ma sono una grande attrazione per i turisti, non solo a Roma ma anche, per dire, a New York. Ci sono salito a che lì.
Prima firmataria dell’ordine del giorno è stata la deputata del Pd Patrizia Prestipino. La quale, felice, ha commentato: <Finalmente mettiamo la parola fine a una barbarie>. A ruota Monica Cirinnà, sempre Pd, ha declamato: <Finalmente si mette fine allo scempio disumano, un insensato e crudele sfruttamento dei cavalli>.
Non è in realtà una questione di schieramenti politici. Come tante fesserie, l’animalismo radicale è trasversale. Contro le botticelle si era adoperata la sindaca pentastellata Virginia Raggi. Troppo poco radicale per Michela Vittoria Brambilla di Forza Italia, nota anche per aver collaborato da giornalista a “Cavalli&Cavalieri” e a “Il Mio Cavallo”. Ricordate il libraio Hugh Grant che si spaccia con Julia Roberts per giornalista di “Cavalli e segugi” in Notting Hill? Ebbene, quella rivista esiste davvero. “Horse & Hound”, si chiama, dal 1884. Perché ci sono persone, non poche e per me commendevoli, che amano i cavalli, in Inghilterra più che in Italia, per tradizione.
Utilizzare cavalli per le carrozze è una barbarie? È un crudele sfruttamento? Non credo. Per il vetturino, il cavallo è un compagno di lavoro. Se non lo amasse, non se ne prenderebbe cura e cambierebbe mestiere. Perché non è il massimo della vita trasportare turisti per le vie di Roma. È faticoso e incerto. Tutto può accadere, ma un vetturino che trattasse male il suo cavallo sarebbe un imbecille. Come la guida di un Labrador da salvamento. O di un elefante, o di un dromedario. O di un cane da caccia. O di un pastore tedesco antidroga. O di un cane da valanga.
L’assunto animalista è che gli animali soffrano se “lavorano”. Forse persino i piccioni viaggiatori. Sicuramente faticano. Come i cavalli da traino, come i muli da soma, come i cani da guerra che non ci sono più, nell’epoca dei droni.
Obietto. Da che mondo è mondo gli uomini utilizzano gli animali. Anche le api per il miele. Sarebbero più libere sé non fossero gestite negli alveari. Ma, a parte le api, siamo proprio sicuri che il rapporto di servizio con gli uomini sia per un cavallo una sofferenza? Dove dovrebbero vivere? Che cosa dovrebbero fare? Al di là dell’umanizzazione disneyana, che ci fa divertire da bambini, se gli animali “utili” non fossero stati trattati per tali nei secoli, esisterebbero ancora o sarebbe estinti? Ma gli animalisti sanno quanto un cacciatore ama il suo cane? Certo, ama meno le quaglie, se non allo spiedo. Ma che facciamo con le quaglie? Se le curano tutte a casa la Prestipino, la Cirinnà e la Brambilla? Le vorrei proprio vedere…
Mi fermo qui, perché la questione si può allargare all’infinito. Un umano crudele con un animale secondo me merita di essere severamente punito. Ma non è che, sfogliando il carciofo, piano piano si possono chiudere tutti gli animali in riserve, o negli zoo. Fino all’estinzione. Che sarebbe anche nostra, e della nostra umanità.
I nemici delle botticelle si sono affrettati a suggerire di trasformare la licenza dei vetturini in licenza da tassista. Ma se il vetturino ama la sua carrozza e il suo cavallo, perché? Che senso ha? Salverebbe i cavalli dall’abbandono? E Roma dalla perdita di una sua dignitosa tradizione? E tutti noi da che cosa? Suvvia…