Il commento migliore sull’esito delle regionali liguri lo si deve a Elly Schlein. Sempre che sia vero il retroscena del “Corriere della Sera”. “Non siamo riusciti a fare un gol a porta vuota”, avrebbe detto a un testimone nel suo ufficio al Nazareno mentre maturava la vittoria di Marco Bucci. In effetti è così. Il Pd ha guadagnato consensi, ma ha perso. Malamente. Dopo lo scandalo che ha travolto Toti, doveva in teoria essere una passeggiata per la coalizione di sinistra. E avrebbe rimescolato le carte anche a livello nazionale, influendo probabilmente anche sui risultati in Umbria e in Emilia Romagna, dove si voterà a novembre.
Colpa di Conte, diranno, del quale tuttavia il Pd non può fare a meno, perché altri potenziali soci del “campo largo” non ne ha. Colpa di Conte per il veto a Renzi, dice Renzi. Ma questa è un’illusione renziana. Se non mi avessero escluso… Ma è probabile che imbarcando Renzi la coalizione avrebbe perso consensi in altri ambienti. E avrebbe perso ugualmente. Pur giocando contro una squadra senza portiere.
Della giornata di ieri si narra di un testa a testa fino all’ultimo spoglio. Alle 16 la seconda proiezione Swg per La7 dava Bucci al 49 per cento, Orlando al 47,5. È finita 48,8 a 47,3. Non ricordo un’anticipazione così precisa. Salvo quando sono emersi i voti dei seggi del Levante, dove il vantaggio della sinistra storico, non c’è mai stata partita. Ci sarebbe da chiedersi come sarebbe andata senza lo scandalo Toti. Forse ci sarebbero stati meno astenuti, ma è una mera ipotesi.
Anche il centrodestra ha i suoi problemi, intendiamoci. Di comunicazione, soprattutto. E di equilibrio interno. È scontato e legittimo che Forza Italia e Lega lavorino nei territori per crescere. È altrettanto scontato che Fratelli d’Italia lavori per consolidare il suo primato. Che nelle elezioni regionali e amministrative si utilizzino le liste “civiche”, non è certo una novità, è una strategia. Confrontare le percentuali della Liguria con quelle delle Europee è semplicemente un errore. Nel complesso la maggioranza appare solida. Nonostante sia sottoposta ad attacchi quotidiani su ogni fronte. Ma, lo conferma proprio il voto ligure, la percezione che gli italiani hanno del governo resta positiva.
Il problema vero riguarda l’opposizione. Non solo per i capricci di Conte. Conte che si illude, un po’ come Renzi, di essere uno statista. Ma in realtà non ha la minima idea di come trasformare la creatura di Grillo in una proposta politica chiara. Con il superbonus e con il reddito di cittadinanza Conte ha fatto danni che pesano sui conti pubblici. L’idea che si possa ballare sulla bolla del debito senza pagare pegno è una follia. Sembrano averlo capito anche gli ex elettori pentastellati.
A parte l’azzeccato commento sulla porta vuota, la Schlein ha un altro problema: decidere che cosa vuol essere. Decidere, a parte il “noi siamo i buoni e loro sono i cattivi”, quale proposta politica e culturale di prospettiva proporre agli italiani. Senza una proposta comprensibile, potrà vincere dove il radicamento della vecchia sinistra è ancora forte, ma non è il suo. Può vincere il Pd, ma non il suo segretario. Un paradosso? Anche di paradossi è fatta la politica. Oltre che di rigori sbagliati.
Pubblicato anche su “The Social Post” il 29 ottobre 2024: