Un paese senza memoria. Questo siamo. O meglio, un paese a memoria intermittente. Il decreto anti-rave sarà probabilmente corretto, governo consenziente, in sede di conversione in legge. Forse è giusto, forse no. Non sono un giurista. Non mi pronuncio.
So però che per organizzare un evento pubblico bisogna rispettare le regole. Anche se si tratta di un comizio elettorale. E nessuno si sogna di pensare che queste regole siano liberticide. Le regole ci sono per garantire la sicurezza collettiva, la sanità, la tutela dei luoghi, ecc. ecc. Non è che domattina mi posso svegliare e prendere a martellate la fontana dei Bernini in piazza di Spagna. Purtroppo è accaduto, in realtà, ma è un reato. Anche se chiamo il mio gesto espressione artistica. Perché la Barcaccia è patrimonio di tutti. E se fosse privata sarebbe comunque un reato.
Da sempre ci sono manifestazioni politiche non autorizzate, ma sono strettamente controllate dalle forze dell’ordine. Che intervengono in casi gravi. E, comunque, gli organizzatori vengono denunciati.
Perché mai i cosiddetti rave non dovrebbero rispettare le regole? Proprio a Modena c’è il Campovolo, ma non è abusivo. Anche i rave abusivi sono espressioni artistiche? Quando i futuristi invadevano teatri e gallerie venivano perseguiti. E perché mai non dovremmo perseguire i raver?
Perseguirli è di destra? Perseguirli è da paese normale. È difficile. Dunque servivano norme più stringenti. A Modena è finita bene. Ma poteva essere una catastrofe. E lo Stato ha il dovere di prevenire le catastrofi, per quanto umanamente possibile.
Ma abbiamo la memoria corta. E non ci ricordiamo del rave dell’agosto del 2021 nel Viterbese. Occuparono una proprietà privata e la zona iperprotetta del lago di Mezzano.
Il 19 agosto 2021 “Repubblica.it” pubblicò questo articolo. Titolo: “Rave abusivo, gli organizzatori si arrendono dopo morti, contagi e stupri : “E’ finita”. Ma non tutti sono pronti ad andarsene”. Sommario: “Si svuota il Teknival alle porte di Viterbo. Da ieri sera centinaia di ragazzi hanno iniziato ad abbandonare il recinto di casse e pillole. Forze dell’ordine intorno al campo. Ma i più tenaci, soprattutto gli stranieri, non mollano. La ministra Lamorgese: interverremo”. Testo: “Al sesto giorno di beat forsennati e percussioni a tutto volume, i raver si dividono. Il party abusivo nel viterbese ha fatto un morto, forse due. Al Teknival ci sono due ragazze stuprate, decine di giovani in ospedale in coma etilico e un focolaio di Covid ormai certo. Ora, poi, sui social spuntano racconti di cani morti sotto al sole, senza acqua e cibo. Persino quello di una donna che avrebbe partorito una bambina a Ferragosto”.
Il ministro Lamorgese, poi, auspicò norme più stringenti. Ma noi abbiamo la memoria corta. Se l’opposizione vuol seguire questa strada, auguri. Ma perderà ancora consensi. La libertà non è licenza.
Qui l’intervista a Lamorgese del 7 novembre 2021: