Coniugare rigore scientifico e capacità di divulgazione è forse la sfida più difficile, innanzitutto in campo storiografico. Si sa, molti storici propongono analisi accuratissime, fatte di dettagli, approfondimenti, e infine di sintesi interpretative. Fatalmente, tuttavia, tale approccio non consente di raggiungere un grande pubblico, che sembra oggi invece interessato alla storia, come sempre è accaduto in periodi di cambiamento, anche convulso.
Il lavoro degli specialisti su singoli passaggi è naturalmente fondamentale. Ma il salto dalla settorialità a un discorso complessivo è necessario, se non si vuole limitarsi a coinvolgere l’accademia. Non per caso lavori puramente divulgativi, spesso gravati da superficialità e approssimazioni, se non addirittura da una semplificazione banale di ciò che per sua natura è complesso, vanno per la maggiore, con la conseguenza di produrre un effetto distorsivo tra la storia e la sua percezione collettiva.
Se questa era la sfida culturale dichiarata, va detto che il primo volume della Storia dell’Italia contemporanea pubblicata da Rubbettino – in edizione curatissima per il cinquantenario della casa editrice – dà la sensazione che la scommessa sia stata vinta. Si tratta del volume Risorgimento: costituzione e indipendenza nazionale 1815-1849 / 1849-1866. E già questa periodizzazione va apprezzata, perché è desueta e a un tempo innovativa rispetto al sentire comune. Sottolinea, infatti, che la nazione italiana non può essere compresa se non si volge lo sguardo indietro, a quando il Risorgimento era inteso come “risorgimento delle arti”, e dunque un nuovo Rinascimento, piuttosto che come brodo di coltura del Risorgimento politico degli italiani e, quindi, come processo verso l’Unità. Insomma, l’Italia politica nasce prima del 1861. E la storia dell’Italia contemporanea neppure dal 1922, o dal 1943, o dal 1946.
Il volume consta – come sarà per i successivi tre – di due sezioni. La prima – Genio e accidentalità di una nazione -, si deve a Roberto Balzani. La seconda – Percorsi per l’unità – a Carlo M. Fiorentino. In entrambe rigore e capacità narrativa si sposano con efficacia. Informare senza perdere di vista la sostanza appare il filo conduttore, peraltro spiegato nell’introduzione dal direttore scientifico dell’opera, Andrea Ciampani, coadiuvato da Maurizio Serio per il coordinamento editoriale.
<Gli anniversari storici – nota Ciampani -, occasioni talvolta utili a richiamare attenzione e risorse, oggi non favoriscono l’emersione dell’innovazione prodotta dalla storiografia, ma sollecitano il più facile reiterare noti paradigmi, trascinato dai moti del dibattito mediatico in cui l’anacronismo è sempre dietro l’angolo>. Lo si è ben notato, proprio nei mesi recenti, con la slavina di libri sollecitati dal centenario della marcia su Roma, gran parte dei quali francamente d’occasione, e dunque sostanzialmente inutili, fatte salve rarissime eccezioni.
Questa Storia dell’Italia contemporanea non corre questo rischio. Si rivolge agli studiosi, ma opportunamente anche a un pubblico più ampio. Con l’indispensabile rigore.
R. Balzani, C.M. Fiorentino, Risorgimento: costituzione e indipendenza nazionale, Rubbettino 2022, pp. 270, € 28.00