GIORNALISMO · ATTUALITÀ · STORIA
Seguimi sui social:

Colonnelli da operetta

Dicembre 7, 20200
C’è poco da fare. A me torna sempre in mente il film di Monicelli. Quasi quasi me lo rivedo stasera, sul tardi, e come sempre morirò delle risate. Già, perché sono passati cinquant’anni, mezzo secolo, da quella notte tra il 7 e l’8 dicembre del 1970. La notte in cui il “principe nero” avrebbe dovuto rovesciare la democrazia repubblicana e assumere il potere con un colpo di Stato militar-forestale. Che cosa accadde, realmente, quella notte? Niente. Perché furono fermati. Ma, se non fossero stati fermati, sarebbe successo qualcosa? Forse un paio di pistolettate. Una retata. E sarebbe finita lì. Un dettaglio marginale nella storia del dopoguerra. Eppure se ne parla ancora, e con dovizia di illazioni, come se la repubblica fosse stata veramente in pericolo. Con testimoni veri o presunti che ancora allungano il brodo delle rivelazioni che non rivelano. Perché nulla c’è più da rivelare. Fu nella sostanza una pagliacciata, senza alcuna possibilità di riuscita.
Non che l’opzione militare non sia stata immaginata da qualcuno. Ma non era una cosa seria. Il vecchio Borghese era appunto un vecchio, la cui comprensione della politica era pari allo zero. Era la bandierina di un gruppetto di folli. Che teorizzavano, in improbabili conciliaboli, un governo militare fantasticando sul soldato-politico che in Italia non aveva tradizioni ne’ radicamento. Parlarne ancora è legittimo, per carità. Si può parlare di tutto. Ma mezzo secolo dopo cerchiamo di guardare ai fatti in prospettiva storica. A cominciare dalla domanda centrale: a parte quel gruppetto di tiratardi, c’era qualcuno che in Italia volesse sul serio i colonnelli al potere? E c’era qualcuno all’estero che, volendo, potesse mai immaginare di sostenere uno colpo di Stato con quei soggetti? Io non lo credo. Quel micro golpe all’amatriciana fu e non avrebbe potuto che essere una farsa. Frutto di fantasie malate. Farsa non furono, purtroppo, le bombe di piazza Fontana e il terrorismo degli anni successivi.
Di quella notte “fatale” non ho memoria. Ma ho memoria di quello che mi raccontò mio padre quando glielo chiesi, molti anni dopo. Mio padre, colonnello, era nel 1970 il capo ufficio operazioni della Regione Militare Centrale. Quella notte non dormì. Mi disse che tutto era noto, a chi di dovere, anche che tutto sarebbe finito in farsa. E che, nei mesi precedenti, qualche ufficiale cercava effettivamente di “reclutare” adepti, con risultati miserevoli. A uno di questi miserrimi reclutatori – non ricordo il nome, e forse non lo farei anche se lo ricordassi – mio padre disse che si sarebbe rivolto ai Carabinieri. Finì lì, la farsa. E quante volte abbiamo riso, con il film di Monicelli… C’è un’altra verità? Documenti, prego… Il film sui colonnelli che non volevamo uscì nel 1973. Un anno e mezzo dopo io ero sottotenente di complemento sul confine orientale. Non si sa mai… La guerra fredda restò tale, per fortuna. Non c’erano le condizioni storico-politiche. Nel caso, non sarebbe stata una farsa. Quei cospiratori da operetta, comunque, non sarebbero stati arruolati, anche se lo avessero chiesto. Del ché dubito molto.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *