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Pio XII sapeva… C’erano dubbi?

Settembre 16, 20232

 Chi non è abbonato alla versione digitale del “Corriere della Sera” solo domani potrà leggere sulla Lettura l’intervista di Massimo Franco all’archivista e ricercatore Giovanni Coco, intitolata Pio XII sapeva. Così, d’acchito, mi ha ricordato un’altra intervista, apparsa su “la Repubblica” il 20 maggio 2022. Simonetta Fiori intervistò lo storico americano David I. Kertzer. Titolo: Il Papa e Hitler: nuove scoperte dal Vaticano. Incipit: “Un segreto rimasto custodito dentro il Vaticano per oltre ottant’anni. È la trattativa clandestina tra Pio XII e Hitler che getta una nuova luce sul silenzio del Papa dinnanzi allo sterminio degli ebrei”.

Dunque, Papa Francesco ha deciso di aprire l’Archivio Segreto. E ha fatto bene. Faldone dopo faldone, fascicolo dopo fascicolo, documenti interessanti se ne trovano quanti se ne vuole. Per dire, la “Civiltà Cattolica”, il 20 novembre 2010, quaderno 3850, a firma Giovanni Sale, si occupò della “lettera segretamente inviata da Pio XII ai cattolici tedeschi nel gennaio 1943”. Scelgo questo esempio, tra mille, perché il nuovo documento trovato da Giovanni Coco, che negli Archivi segreti lavora, è una lettera che il 14 dicembre 1942 il gesuita tedesco Lothar König ha inviato al segretario particolare del Papa, il tedesco Robert Leiber. Dunque appena poche settimane prima della lettera di gennaio. Mi vien da pensare che tra i due documenti vi sia un rapporto di causa ed effetto.

Nell’intervista Mauro non lo ipotizza e Coco non ne parla. Forse scopriremo qualcosa quando uscirà in libreria, tra pochi giorni, il libro a sua cura Le «carte» di Pio XII oltre il mito. Eugenio Pacelli nelle sue carte personali. Cenni storici e inventario, edito dall’Archivio.

Ma torniamo alla lettera ritrovata. Nella quale si parla del forno crematorio delle SS nel lager di Bełzec, nella Polonia occupata dai tedeschi, e anche del campo di Auschwitz. A Bełzec, avverte Lothar König, “ogni giorno muoiono fino a 6.000 uomini, soprattutto polacchi ed ebrei”. Dunque se ne deduce che Pio XII sapeva che lo sterminio era cominciato. E tuttavia, si dirà, non pronunciò una parola, suggerendo piuttosto prudenza ai cattolici tedeschi. Mentre quelli polacchi finivano nei forni. Dunque Pio XII era un delinquente. Facile no? Il percorso della beatificazione di Pacelli rallenta così fino a disperdersi negli archivi e siamo tutti contenti.

Ma ragionando così non si fa storia. E neppure giornalismo serio. E lo dico non certo per difendere aprioristicamente la figura di Pio XII. Da cattolico mi sono sempre chiesto perché il predecessore Pio XI, nel 1938, non ordinò ai vescovi e ai parroci di tutta Italia di leggere nella messa domenicale un suo testo di condanna totale dei provvedimenti antiebraici che stavano maturando, invece di limitarsi a trattare con Mussolini solo sulla sorte dei matrimoni misti. E me lo chiedo con dolore. Come con dolore ragiono su Pio XII e l’Olocausto.

La verità è che antigiudaismo e antisemitismo circolavano largamente anche nel mondo cattolico e, in generale, cristiano, non solo in Italia. Purtroppo era così. Continuiamo a scavare, a documentare, a scoprire qualche parroco coraggioso e controcorrente, ma non possiamo cambiare la storia culturale e politica di quei tempi amari.

Leggeremo questi nuovi documenti. Ma, onestamente, non scopro oggi che Pio XII sapeva. La vera notizia sarebbe che non sapeva. Alla fine del 1942, che lo sterminio fosse cominciato lo sapevano tutte le cancellerie mondiali. Poteva mancare qualche dettaglio, ma la sostanza era nota. E non solo alle cancellerie. Faccio un solo esempio. Nel 1941 il filosofo Ugo Spirito scrive un saggio per dare un senso ideologico alla guerra italiana a fianco della Germania. Lo intitola Guerra rivoluzionaria. Non piace a Mussolini. Rimarrà inedito. Ma è significativo che, affrontando il tema dell’antisemitismo hitleriano, scriva di un odio andato oltre il segno e di “sfogo disumano” nei campi di concentramento. Poi, aggiunge le solite banalità sugli ebrei che fanno di tutto per farsi odiare. Ma, se sapeva qualcosa Spirito, che contava nulla, vogliamo che non lo sapesse il Vaticano? Suvvia. Certo che Pio XII sapeva. E speriamo che a qualcuno non venga l’idea che quella lettera possa essere stata nascosta al Papa. Il problema era che fare, come fare. Benedetto XV nel 1917 non era riuscito a fermare con il suo appello l’<inutile strage>. Pio XI, con appello solenne, avrebbe scongiurato le leggi razziali? Forse. Ma non sono certo che tutti i parroci avrebbero obbedito, quando  ancora si pregava, in Venerdì Santo, pro perfidis judaeis.
Pio XII poteva riuscire?
Pensarlo è una illusione, non è storia. Credo, comunque, che avrebbe dovuto tentare. Come avrebbe dovuto farlo Pio XI. Ma il mio parere, espresso oggi, non nel 1943, in piena apocalisse, vale zero. È mera speculazione.

Scaviamo, raccogliamo e pubblichiamo documenti, dunque. È un bene conoscere la lettera oggi pubblicata. Ma si tratta di un dettaglio. Non di una svolta epocale nella ricerca. Che il Papa sapesse lo davo per scontato. Oggi come ieri si tratta di capire le ragioni del silenzio, peraltro facilmente intuibili, senza scandalismi a posteriori. Altrimenti non rendiamo un servizio alla storia, e neppure alla memoria.

2 comments

  • Emanuele

    Settembre 16, 2023 at 6:17 pm

    Ogni scritto di Gianni è una delizia; dai saggi agli articoli brevi, c’è sempre quella mano felice che rende utile e piacevole ogni suo testo.

    Reply

    • Gianni Scipione Rossi

      Settembre 17, 2023 at 12:40 am

      Grazie!

      Reply

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