“HAFFPOST”, 26 NOVEMBRE 2024
L’ANTISIONISMO, IL GENOCIDIO, E I NIPOTINI DI FRANCO FREDA
Pierluigi Battista
Sì, Franco Freda, il neonazista, proprio lui. Il primo dei due ricordi dedicati a chi, da ultimo persino Papa Francesco, si balocca con l’idea (meglio: con il pregiudizio sotto forma di idea) che lo Stato di Israele stia compiendo un genocidio, ossia qualcosa di identico al genocidio che i nazisti consumarono su tutti, proprio tutti gli ebrei in quanto tali. Due ricordi desunti dalla lettura di due citazioni menzionate e riportate da Gianni Scipione Rossi nel suo libro di qualche anno fa uscito dall’editore Rubbettino: “La destra e gli ebrei. Una storia italiana”. La prima citazione è di Franco Freda, uomo di punta della galassia neonazista, del gruppo “Lotta di popolo” in particolare e delle edizioni Ar. Scriveva il nazista Freda nel 1972: “la politica di rapina, di assassinii, di massacri (in una parola di genocidio!) svolta dal colonialismo ebraico nella Palestina sionistizzata”. Risuona qualcosa nelle teste dei protagonisti delle attuali lugubri adunate anti-sioniste, anche di sinistra? La seconda citazione viene esattamente dalla sinistra comunista, stavolta anno 1970, quando la federazione di Pisa del Pci fece affiggere “un manifesto con la stella di Davide e lo slogan: ‘Dal martirio razzista all’assassinio imperialista’”. E poi: “agli ebrei va detta una verità molto amara. La loro condizione è paradossale: perseguitati, il loro Stato è persecutore”. Chiaro, no? Diranno che la critica non era agli ebrei, ma al governo di Israele. E Franco Freda?