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Bentornata Cecilia, brava Meloni

Gennaio 8, 20252

Ora che Cecilia Sala è tornata a casa mi sento libero di dire qualcosa. Leggo i giornali e ascolto le persone. Sono molto attento ai commenti di editorialisti, retroscenisti, cronisti politici. Ma anche a quelli dei portiere, del barista, del barbiere, dei professori, delle persone normali, in fondo. Lo faccio sempre ma, in casi come quello della Sala, sono ancora più attento.

I giornali, per cominciare. Per la maggioranza dei quali la situazione, certamente problematica, stava mettendo in gravi difficoltà il governo italiano e, in particolare, la premier Meloni e il ministro degli Esteri Tajani. Ho letto le critiche per la notizia data in ritardo. Ho letto i dubbi sulle capacità dei servizi segreti. Ho letto lo stupore e le critiche per la Meloni in viaggio notturno verso casa Trump (dove Musk non c’era), come se fosse una sortita privata. Come se fosse un inginocchiarsi al nuovo presidente non ancora insediato. Come se non fosse evidente il legame tra l’arresto della Sala e quello, in Italia, del tecnico iraniano Abedini, ricercato come  terrorista dagli USA. Le dittature fanno così: sono aduse al ricatto. E l’Iran è  una dittatura. Ho letto anche le ipotesi sulle dimissioni di Elisabetta Belloni da vertice del Dis, senza la quale sarebbe stato ben difficile salvare la Sala. Ho letto tutto. Le critiche, le mezze parole, le allusioni.

E ho ascoltato amici, conoscenti, un po’ tutti. Bene. I giornali davano conto della preoccupazione generale, della solidarietà diffusa per la giovane in carcere a Teheran, dell’ansia della famiglia, dei colleghi, degli amici. Ansia anche mia, in verità. Perché ho idee ben chiare su che cosa sia il regime teocratico dell’Iran. Dove, secondo la stima dell’Onu – diffusa in questi giorni – nel 2024 sono state giustiziate 900 persone. Dove la studentessa e madre Ahoo Daryaei, due mesi fa – ma abbiamo la memoria corta – si è spogliata per protesta contro l’obbligo del velo, e’ stata arrestata e, per fortuna, rilasciata perché “matta”. Dove è accaduto, due giorni fa, che una donna, all’aeroporto di Teheran, sia stata apostrofata da un mullah perché senza velo e ha avuto il coraggio di strappargli il turbante per coprirsi la testa. Chissà che fine ha fatto.

Mentre, dicevo, i giornali almavaccano e diffondevano preoccupazioni e molti dubbi sulla capacità del governo italiano di agire, le persone normali, preoccupate certamente, si chiedevano come e perché Cecilia Sala potesse aver immaginato di non correre rischi gravissimi raccogliendo in Iran testimonianze contro il regime.  Perché, è andata, si chiedeva la gente comune? Perché? Abbiamo la memoria corta, ma fino a un certo punto. Anche un barman ricorda il sacrificio di Nicola Calipari, vittima di “fuoco amico” a Baghdad, il 4 marzo 2005, vent’anni fa, mentre salvava la giornalista Giuliana Sgrena, che avevo conosciuto una decina di anni prima a Mogadiscio. Non era un paradiso.

D’altra parte, obietto, fare i giornalisti e’ pericoloso in certi contesti, anche se ti occupi di mafia e di camorra in Italia. È altrettanto pericoloso e’ fare gli agenti segreti. Onore a loro, dunque. E bentornata Cecilia.

Aggiungo il mio personale plauso a Giorgia Meloni, che è volata da Trump nella transizione tra presidenza uscente e presidenza entrante. E non credo che la premier non abbia avvertito l’uscente Biden. Meloni ha avuto il coraggio di rischiare. Anche se ammetterlo sembra brutto, l’opinione pubblica sommersa pensava che la Sala se l’era andata a cercare. Se andava male, la premier sarebbe stata sommersa dalle critiche. Complimenti a lei, dunque, a Tajani, al sottosegretario Mantovano che coordina l’intelligence, agli uomini e alle donne che nei Servizi lavorano, ai diplomatici. Può sembrare un gioco, ma non lo è.

Poi ci sarebbero da commentare certi opinionisti televisivi della sera prima. Ma non vale la pena.

 

Pubblicato anche su “The Social Post”, 8/01/2925

https://www.thesocialpost.it/2025/01/08/cecilia-sala-e-libera-brava-giorgia-meloni/

2 comments

  • Emanuele Calo'

    Gennaio 8, 2025 at 5:51 pm

    Un plauso anche se non richiesto al meraviglioso Scipione Rossi, un giornalista di rara qualità.

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    • Gianni Scipione Rossi

      Gennaio 8, 2025 at 6:20 pm

      Troppo buono

      Reply

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