La portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova insiste, ricordando a Sergio Mattarella, ancora una volta, che in Italia è nato il fascismo. Il che è storicamente indiscutibile. Anche se Mattarella non c’entra niente. Ed è difficile credere che, all’epoca, avrebbe potuto essere uno tra i militanti del Partito Popolare che aderirono al PNF.
Perché insista e’ difficile capirlo. Certo Putin lascia dire. Certo al Cremlino non è piaciuto che il 5 febbraio scorso il presidente della Repubblica abbia ricordato la storia europea degli anni Trenta e le sue guerre intestine. <<Furono guerre di conquista. Fu questo – ha sottolineato – il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura>>.
Due righe che non fanno una piega. Perché di questo si è trattato il 24 febbraio 2022. Di una aggressione. Aggressione contro uno Stato indipendente dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991. Ma, se vogliamo tornare alla prima metà del Novecento, come piace alla signora portavoce adusa a fare shopping a Dubai, l’Ucraina proclamò la sua indipendenza il 22 gennaio 1918, dovendo battersi contro l’occupazione tedesca e l’aggressione delle forze bolsceviche russe. Durò poco, visto che i russi l’anno occupata ed annessa nel 1921, guidata da Lenin. Dall’aprile del 1922 comincia la sua coabitazione con Stalin, segretario generale del Partito Comunista. Il fascismo era, per così dire, ancora alle prime armi. Perché Mussolini e il fascismo contino qualcosa bisogna aspettare il 28 ottobre di quell’anno. L’anno in cui Italia e Unione Sovietica cominciano a dialogare. Per motivi economici. La sempiterna questione dello scambio commerciale.
Morto Lenin, sarà Stalin, il 7 febbraio 2024, a sottoscrivere con Mussolini il riconoscimento reciproco e ad avviare le relazioni diplomatiche. L’Italia fascista fu dunque antesignana. Prima di Mussolini era però arrivato D’Annunzio. Per quando poco contasse, la Reggenza del Carnaro fu infatti il primo “Stato” a riconoscere l’Unione Sovietica. Gli Stati Uniti riconobbero l’Unione Sovietica solo il 13 novembre 1933. Il 30 gennaio 1933 Hitler era diventato cancelliere del Reich. Führer dal 1934, certo non evito’ di avere relazioni con Stalin. Nel marasma politico di quegli anni, mentre preparava la guerra mondiale, il 31 agosto 1939, Hitler firma il patto con Stalin. Sarà ricordato con i nomi dei firmatari, Molotov e Ribbentrop. La Germania hitleriana e la Russia sovietica si spartiscono la Polonia.
E l’Italia? L’Italia fascista c’entra, visto che si alleò con la Germania e mandò alla morte l’ARMIR. Ma “vendere” la Russia Sovietica come il paradiso dei buoni contro il fascismo/nazismo ha un senso ottant’anni dopo? È solo storia. L’URSS aiutò le potenze occidentali a sconfiggere Hitler. Mussolini e il fascismo si erano sconfitti da soli, il 25 luglio del 1943. L’Italia diventò un paese democratico. L’URSS rimase una dittatura feroce, per decenni. L’Occidente si illuse dopo la sua implosione. La Russia è rimasta una autocrazia guidata una un ex funzionario del KGB. Nostalgico dell’impero sovietico, erede e nostalgico dell’impero zarista.
E qui, forse, storiograficamente, può tornare in ballo l’Italia. O, almeno, quel piccolo regno italiano che saprà fare l’Italia unita. Si deve tornare alla Guerra di Crimea. Luglio 1853. L’Impero russo attacca l’Impero Ottomano, dal marzo del 1854 sostenuto da Gran Bretagna e Francia. L’Austria appoggiò solo politicamente i tre alleati. E qui spunta il Regno di Sardegna. Anch’esso dichiara guerra alla Russia. Ricordate il generale Alfonso Ferrero della Marmora? Beh, con il suo contingente in Crimea contribuì alla sconfitta russa. Forse Maria Zakharova rimpiange ancora quella sconfitta.
E‘ una battuta. Ma la situazione è ben seria. Perché l’attacco a Mattarella prosegue. E da Mosca si continua a dire che il discorso di Mattarella <<non potrà mai rimanere senza conseguenze>>. Mosca, riscrivendo la storia a modo suo, offende Mattarella e l’Italia intera. Dal Quirinale nessuna reazione. Trapela serenità. Difficile prevedere gli sviluppi. E’ bene, però, che la Camera dei deputati abbia applaudito a lungo il Capo dello Stato, dopo la solidarietà espressa dal capogruppo del PD Chiara Braga. Ma c’è un’eccezione. Dal M5S si sostiene che <<non avremmo usato le parole di Mattarella, giustifica la narrazione dell’invio delle armi>>. Una nota assolutamente stonata.
Pubblicato anche su “The Social Post”:
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